Il genio artistico e umano di Giacomo Puccini approdano sul piccolo schermo in una sontuosa fiction, diretta da Giorgio Capitani, in onda su Raiuno questa sera, domenica 1° marzo, e domani, lunedì 2 marzo.
Lunga e tortuosa è la strada che porta al successo: chissà quante volte questo pensiero avrà albergato nell’animo inquieto e tormentato del compositore toscano, un uomo che visse a cavallo fra due secoli e la cui parabola esistenziale ben esemplifica ansie, speranze e illusioni di quell’epoca di travagliata transizione. Coproduzione italo-tedesca (Rai Fiction e Compagnia Leone Cinematografica, per l’Italia, e Beta Film per la Germania), Puccini, s’inserisce nel nobile progetto, targato Rai, volto a celebrare i grandi geni del Bel Paese, le cui gesta e il cui ricordo si spera possano contribuire a cementare il nostro fragilissimo sentimento di identità nazionale.
Alessio Boni, chiamato a vestire i panni di quell’immenso musicista, ha dichiarato, in conferenza stampa, di essere stato immediatamente affascinato dal progetto, un vero e proprio colpo di fulmine, che lo ha indotto a non leggere nemmeno i copioni delle altre proposte professionali che giacevano sulla sua scrivania. “Uno spartito pieno di eccezionali note”: così l’attore lombardo definisce la fiction, sottolineando valore, passione e impegno profusi da tutti i membri del cast. Lo stesso Capitani, definito la “Rolls Royce dell’italica fiction”, ha evidenziato, con orgoglio, come tutti gli attori (da Stefania Sandrelli, ad Andrea Giordana, a Francesca Cavallin) abbiano ciascuno lavorato e plasmato i propri ruoli fino a offrirne una convincente e personalissima interpretazione.
La visione in anteprima del primo episodio, incentrato sulla formazione e sulla rincorsa alla felicità dell’inquieto Puccini, perennemente alle prese con il calvario, noto a chiunque svolga un lavoro cosiddetto di cervello, della spasmodica ricerca della creazione, ci ha convinto del fatto che si tratti di un prodotto di ottima fattura, confezionato con cura ed eleganza. Particolarmente riuscita risulta la rappresentazione dell’uomo Puccini, ossessionato dalla morte, perennemente in crisi d’ispirazione, un ritratto che stride con la sua immagine esteriore di gaudente scavezzacollo e inguaribile dongiovanni. Un personaggio sfaccettato, spigoloso, intimamente e profondamente complesso, dagli affascinanti e tortuosi itinerari mentali che un superlativo Alessio Boni fa suo in modo decisamente convincente.
Non vi nascondiamo, però, le nostre perplessità su quanto e come un prodotto, forse un po’ sofisticato ed elitario, incentrato su una figura poi non così popolare, possa conquistarsi i favori del grande pubblico (non dimentichiamo che domenica 1°marzo Puccini dovrà vedersela, fra gli altri, con il posticipo Inter-Roma e lunedì con la corazzata del Grande Fratello) e intonare, senza timore di imbarazzanti stecche auditel: “All’alba vincerò…”.
La fiction, scritta da Francesco Scardamaglia, Nicola Lusuardi e Fabio Campus, è impreziosita dalle composizioni musicali (oltre a quelle, naturalmente, dello stesso Puccini) del maestro e sacerdote Marco Frisina.